AIDC - Associazione Italiana Dottori Commercialisti

Comunicato Stampa AIDC - 16 ottobre 2020

VIII Meeting AIDC - gli interventi alla I Tavola Rotonda
16/10/2020


 

"Valori in primo piano. Trasparenza, chiarezza e sostenibilità nel costante confronto tra il mondo dei dottori commercialisti e l'immaginario collettivo"

Edoardo Ginevra, Presidente Sezione di Milano AIDC

“Il Meeting sia un’occasione di riflessione importante. C’è generale preoccupazione per l’andamento pandemico che riprende vigore, per la diffusa incertezza che potrà avere sui nostri studi e sulle nostre professioni. Ci siamo prodigati in questi mesi per affrontare al meglio la situazione, garantendo l’operatività degli studi, affrontando un calendario di scadenze molto impegnativo, senza peraltro un’adeguata considerazione da parte del Governo. Serve un cambio di passo deciso, abbiamo difficoltà nel veder riconosciuto il nostro lavoro, tra responsabilità professionale e servizio reso, occorre una visione, analizzare il presente ed immaginare azioni concrete per determinare un futuro migliore. Dobbiamo essere un punto di riferimento per lo Stato, le istituzioni e i cittadini. Serve consapevolezza da parte di tutti. Dal mio punto di vista occorre lavorare per una professione che sappia recuperare credibilità ridando centralità ai suoi valori fondamentali: competenza tecnica, etica, indipendenza, autorevolezza, fiducia; una professione protagonista del proprio tempo e del mercato, capace di interpretare i cambiamenti in atto per adeguarsi a nuovi paradigmi organizzativi ed operativi, rendendosi un punto di riferimento per il proprio mercato e tutti gli interlocutori incluso lo Stato e le sue Amministrazioni; una professione che non resti passiva di fronte alla spinta della digitalizzazione ma che dalle nuove tecnologie tragga nuova linfa per valorizzare al meglio la propria competenza; una professione che sappia tornare ad essere attraente per i giovani. Per accettare la sfida occorre consapevolezza da parte di tutti e la disponibilità della politica di categoria a farsi carico di questo percorso".

Andrea Ferrari, Presidente AIDC Nazionale

“Vogliamo trasformare le difficoltà in opportunità. Abbiamo fortemente voluto questo Meeting: un’azienda oggi non vale più semplicemente per il prodotto che offre, ma per il suo valore, che diventa un qualcosa di più. Il buon prodotto è un punto di partenza, ma si viene valutati sull’effetto positivo che si ha con le esternalità, che diventano un vero valore, non sono un concetto astratto. Le esternalità che un dottore commercialista può dare al proprio cliente sono i valori etici, che fanno la differenza e che rappresentano il valore aggiunto. AIDC ha messo alla radice del proprio lavoro questo valore aggiunto”.

Tavola Rotonda: "La rottura della percezione, i dottori commercialisti ai tempi della sostenibilità"

Roberta Dell’Apa, Presidente Commissione Cassa di Previdenza AIDC

“Dobbiamo approntare un futuro sostenibile con tutti gli interlocutori. La percezione della nostra figura è identificata in modo negativo, spesso veniamo accomunati ad evasori fiscali, come coloro che accompagnano la criminalità, come dichiarato anche dallo scrittore Roberto Saviano. Purtroppo spesso l’Agenzia delle Entrate ha questa idea di noi, mentre dall’altra parte i cittadini pensano che siamo la longa manus del fisco, come se i soldi li incassassimo noi. La nostra è una professione di grande responsabilità, che ha fatto sì che le imprese potessero avere un supporto vero e concreto quando invece da parte dell’Amministrazione questo supporto non c’era. L’amministrazione finanziaria ha messo in atto, per di più in tempo di Covid, normazioni che hanno richiesto interpretazioni folli e paradossali. La nostra categoria deve essere più protetta, serve una rottura di questa percezione negativa. Invece spesso il n­ostro ruolo sociale viene sminuito: faccio appello allo spirito di colleganza nella categoria. Ripartiamo dai valori, che non devono rimanere parole, l’etica, la deontologia, la morale e la coscienza devono essere valori generali. Chiedo che l’Agenzia delle Entrate abbia coraggio, in questo periodo non ne ho visto molto, serve un coraggio nell’affrontare questa situazione particolare che stiamo vivendo, non abbiamo visto quell’elasticità che avremmo auspicato, si sarebbero potuti mettere in atto atteggiamenti più evoluti. L’AdE spesso non è accessibile, non c’è quella collaborazione stretta con i professionisti. Noi come studi abbiamo cercato di evolvere anche in termini tecnologici, all’Agenzia chiederei un approccio più collaborativo nei confronti dei professionisti e dei contribuenti”.

 

Marco Rigamonti, primo presidente AIDC

“Sono grato a nostri presidenti Edoardo Ginevra (AIDC Milano) e Andrea Ferrari (AIDC Nazionale) per avere programmato un convegno su questo tema, abbiamo avuto coraggio di rimetterci in gioco. Non siamo un’associazione che ragiona con la pancia, non ci siamo limitati ad essere colpiti da alcuni paragoni che hanno rotto la percezione tra quello che pensiamo di noi stessi e ciò che il Paese pensa di noi. Abbiamo inviato al Presidente del Consiglio Nazionale Massimo Miani proposte concrete, questo Meeting è prova del nostro approccio. Nella maggior parte dei casi in cui i commercialisti non sono corretti, si scopre che in realtà non sono commercialisti. Dalla mia mia conoscenza diretta credo che la nostra categoria stia affrontando questa tematica al meglio, c’è differenza tra elusione e collusione con la criminalità organizzata. Ci vuole coraggio anche a segnalare, conosco commercialisti che rifiutano clienti, ma la collaborazione con le istituzioni è fondamentale, una collaborazione migliore può portare risultati anche più efficaci. Non dimentichiamo che la nostra categoria è sempre stata aperta in periodo di lockdown, mettendo a rischio propria incolumità, abbiamo assistito la società sana, la società in difficoltà a causa del coronavirus, abbiamo fatto per conto dell’AdE tutti gli adempimenti che non si sono sostanzialmente mai fermati. La rottura della percezione ci deve restituire l’orgoglio di appartenenza che auspichiamo le istituzioni ci possano riconoscere”.

 

Umberto Ambrosoli, Avvocato del Foro di Milano

“Stiamo vivendo un’epoca in cui tutte le professioni vivono una rottura della percezione: per quanto riguarda i commercialisti bisogna capire come fare meglio, ad esempio la normativa antiriciclaggio è un’occasione. A seguito dell’obbligo di segnalazioni di operazioni sospette introdotto nella normativa antiriciclaggio, da responsabili verso il cliente si è diventati responsabili del cliente. Il numero di operazioni sospette riportato dall’UIF (Unità finanziaria di Bankitalia ndr) ci dice che questo strumento non è stato metabolizzato dalle professioni in maniera adeguata. Vi è una responsabilità pubblicistica che incombe sulla categoria di commercialisti ed avvocati. Dobbiamo fare uno sforzo in più, analizzare le motivazioni che spingono alcune persone a chiudere gli occhi su certe operazioni. La professione dei commercialisti ha utilità pubblicistica e di grande responsabilità”.

 

Alessandra Dolci, Procuratore aggiunto e capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano

La categoria dei commercialisti non va criminalizzata. Nelle mafie vi è stata una mutazione genetica, ora hanno una maggiore vocazione imprenditoriale soprattutto al Nord. Le mafie spesso si rivolgono ad un professionista che consente l’elusione fiscale. Ho spesso constatato un abbassamento della soglia etica della vostra categoria, vi sono delle mele marce che vanno isolate da parte dell’autorità giudiziaria e da parte della stessa categoria. La categoria dei commercialisti ha un ruolo importantissimo, soprattutto dal punto di vista sociale. Le segnalazioni che provengono dai commercialisti in tema di violazioni sono poche, appena 300 nel 2019 secondo i dati dell’UIF – l’Unità finanziaria di Bankitalia - su un totale di 108 mila segnalazioni complessive. Voglio sensibilizzare la vostra categoria, lavorate nell’interesse pubblico, vorrei da voi maggiore collaborazione da questo punto di vista. Serve migliorare il rapporto tra commercialisti e Procure, questo è un percorso molto importante, sono qui per sensibilizzare il vostro senso etico. Serve un colpo d’ala da parte delle categorie e delle istituzioni”.

 

Massimo Miani, Presidente del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili

“Non fa piacere venire accusati di essere consulenti degli evasori fiscali o della criminalità organizzata, soprattutto per una categoria composta da 120 mila commercialisti, la maggior parte dei quali lavora nell’interesse pubblico. Per risolvere insieme un problema del Paese, come l’evasione fiscale e combattere la criminalità organizzata, bisogna costruire qualcosa insieme, cambiando qualcosa nello schema delle libere professioni. Oggi la nostra professione ha alcune attività che svolge ‘in condominio’ con altre professioni, principalmente con quella degli avvocati, il che genera grande confusione. Il commercialista non è qualsiasi soggetto che si occupa di temi fiscali, abbiamo superato esami di stato, abbiamo una professionalità rigorosa, obblighi deontologici, obblighi di antiriciclaggio. Se si ritiene che la nostra professione sia utile al Paese, il legislatore deve darci strumenti diversi, tutelando questa professione e rendendo alcune attività esclusive, appannaggio di questa sola professione, evitando che chi è radiato dall’ordine non continui ad operare e a riciclarsi con società di consulenza. Serve avere rapporto più stretto con le Procure per poter intervenire prima con eventuali sospensioni cautelari, ma i Consigli di disciplina non si prendono questa responsabilità se non hanno gli strumenti istruttori che ha la Procura. Se le Procure segnalano e si apre collaborazione con le categorie professionali per avere maggiore contezza dei fatti e dare la possibilità ai Consigli disciplinari di intervenire prima, sicuramente facciamo passi avanti. Noi siamo per la legalità, per tutelare il Paese, cerchiamo di fare squadra insieme per far sì che il contributo delle professioni sia fondamentale. Negli ultimi anni le libere professioni, che potrebbero essere un valore e ‘sfruttate’ maggiormente dalla Pubblica Amministrazione ad esempio in termini di semplificazioni, non vengono tenute in considerazione dal Governo. Servono maggiori interventi legislativi: è il legislatore oggi che è assente, non il rapporto tra la nostra categoria e l’Agenzia delle Entrate”.

 

Sergio Cristallo, Direttore Centrale Coordinamento generale Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate sta facendo sforzi significativi, già pochi giorni dopo il lockdown, nel mese di aprile, abbiamo provveduto ad alleggerire alcuni adempimenti. Fino a marzo molte pratiche potevano essere fatte esclusivamente tramite PEC, ora invece è consentito anche tramite semplice posta elettronica, siamo andati incontro a cittadini ed operatori. Abbiamo diversi tavoli aperti con i commercialisti per confrontarci continuamente con gli operatori, confronti che possono far emergere suggerimenti che noi siamo disposti a cogliere. Tengo a sottolineare che il commercialista non è una controparte dell’Agenzia, ma siamo attori del sistema fiscale che hanno interessi convergenti, interessati a far funzionare il nostro sistema tributario. La complessità non svantaggia solo il commercialista e i contribuenti, ma anche l’AdE. Le interpretazioni di alcune norme rappresentano difficoltà comuni, dobbiamo superare gli ostacoli insieme. La legislazione tributaria è spesso oggetto di manovre finanziarie e ciò comporta quella stratificazione normativa che spesso porta a difficoltà operative.

Bisogna sempre ricordarsi la differenza tra elusione e legittimo risparmio di imposta. E’ normale che un commercialista consigli i propri clienti su come risparmiare, ma non bisogna consigliare manovre elusive che vanno al di là della legge. Voglio sottolineare la centralità del visto di conformità: l’elemento che distingue la professione dei commercialisti da altri intermediari deputati alla semplice trasmissione di dati”.

 

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