AIDC - Associazione Italiana Dottori Commercialisti

Comunicato Stampa AIDC - 27 novembre 2020

Proroghe scadenze fiscali “last minute” incrinano irrimediabilmente la fiducia dei professionisti nelle istituzioni e quella dei contribuenti nei loro consulenti, oltre che nello Stato
27/11/2020


 

Commercialisti: Proroghe scadenze fiscali “last minute” incrinano irrimediabilmente la fiducia dei professionisti nelle istituzioni e quella dei contribuenti nei loro consulenti, oltre che nello Stato

Per l’Associazione Italiana Dottori Commercialisti due aspetti incidono sul peggior quadro di sempre: l’impossibilità di adottare una qualsiasi programmazione fiscale ed il mancato ascolto dei dottori commercialisti al tavolo delle riforme

 

La proroga delle scadenze fiscali, che giunge come consuetudine all’ultimo minuto peraltro annunciata in via del tutto irrituale, crea, ancora una volta, irritazione più che sollievo. Irritazione per coloro che, con senso di responsabilità, si sono impegnati oltremodo per rispettare i termini, rifiutandosi di confidare nella solita, cialtronesca, proroga dell’ultimo minuto. Irritazione aggravata, poi, per tutti i colleghi, stritolati dalle scadenze concentrate alla fine di questo mese: trasmissione delle dichiarazioni dei redditi e delle liquidazioni periodiche Iva, calcolo degli acconti delle imposte, districandosi, peraltro, nel labirinto dei presunti, storici e sospesi, e predisposizione delle variegate richieste di bonus, contributi e ristori, introdotti per sostenere imprese e professionisti (molto meno) nel perdurare della pandemia.

Pandemia che, per inciso, ha colpito anche, e spesso duramente, i dottori commercialisti, che non si sono potuti permettere il lusso di “restare a casa” e, a quanto apprendiamo dall’Agenzia delle Entrate, neanche di ammalarsi, o peggio. Il continuo ricorso a proroghe “last minute” finisce per incrinare irrimediabilmente tanto la fiducia dei professionisti nelle istituzioni quanto quella dei contribuenti nei confronti dei loro consulenti, oltre che dello Stato.

Questo uso invalso della proroga sul filo di lana mostra, plasticamente, l’incapacità di vera programmazione dell’amministrazione finanziaria, a partire dalla sua massima espressione, il Ministero, che sembra accompagnarsi ad una specie di sottile sadismo di una Pubblica amministrazione, che parrebbe quasi bearsi di piccole angherie da bravo manzoniano.

Sono anni che si dispongono proroghe solo nell’imminenza delle scadenze. Scadenze spesso imposte, però, proprio dal proliferare di norme incomprensibili, se non da ritardi della pubblica amministrazione nell’adeguare tempestivamente i propri software alle modifiche normative.

Alla fine di questo difficile 2020, due aspetti incidono ulteriormente sul peggior quadro di sempre: l’impossibilità di adottare una qualsiasi programmazione fiscale ed il mancato ascolto dei dottori commercialisti al tavolo delle riforme. Le scadenze fiscali e contributive si prorogano tardivamente, le agevolazioni pluriennali si cancellano in corso di efficacia, le misure annunciate si modificano all’atto della loro emanazione, come meri esempi. Lo Stato diviene, così, inaffidabile, il che dovrebbe essere un ossimoro, ma purtroppo non lo è.

I Dottori Commercialisti hanno chiesto più volte a viva voce di partecipare alla pianificazione ed alla realizzazione delle norme tributarie ed economiche. Solo in ragione della previsione dell’avviarsi di tale collaborazione hanno sospeso azioni di protesta. Collaborazione che però è stata elusa. E allora, questa proroga beffa, questo passettino da pulcino non può essere spacciato per un volo d’aquila. La proroga tardiva non è una vittoria, ma l’ennesima sconfitta non già della categoria, ma di uno Stato che, per tramite dell’amministrazione finanziaria, mostra ancora, e adesso davvero senza ritegno, irriguardo per i propri cittadini. Ogni giorno più lontano dal mai rispettato Statuto dei Diritti del Contribuente.

Il Consiglio Direttivo Associazione Italiana Dottori Commercialisti

 

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