AIDC - Associazione Italiana Dottori Commercialisti

Edilportale.com - Sblocca Cantieri, commercialisti: la norma sulle cause di esclusione è illegittima

Presidente Associazione italiana Dottori commercialisti: ‘contrari ad uno Stato di polizia tributaria’
30/04/2019


No ad uno Stato di polizia tributaria. Ad affermarlo è l’Associazione italiana Dottori commercialisti, che ha messo sotto accusa il Decreto Sblocca Cantieri (DL 32/2019). A finire sotto esame è una norma dello Sblocca Cantieri che modifica l’articolo 80 del Codice Appalti (D.lgs. 50/2016) sulle cause di esclusione dalle gare. Secondo Andrea Ferrari, presidente dell’Associazione Italiana Dottori Commercialisti (AIDC), “l’attuale legislatore sta calpestando sempre più lo Statuto dei Diritti del Contribuente”.

 Lo Sblocca Cantieri, scrive in una nota, “rappresenta l’ulteriore avanzata di un regime di polizia tributaria, del tutto estraneo al dettato costituzionale. La norma che introduce una causa di esclusione dagli appalti pubblici per le imprese non in regola con gli obblighi di pagamento di imposte e contributi, anche non definitivamente accertati, è semplicemente illegittima”.

“Il sistema tributario e legale – continua la nota - prevede la distinzione tra pretese definitive e pretese in via di definizione. È del tutto evidente che non può essere considerato debitore un soggetto per il quale una data pretesa impositiva non sia stata ancora definitivamente accertata. Le stesse direttive europee nn. 23 e 24/2014, pur dettando specifiche regole a tutela della trasparenza negli affidamenti e della libera concorrenza, prevedono la possibilità di escludere gli operatori economici dagli appalti solo quando vi sia intervenuta una decisione giudiziaria ed amministrativa definitiva e vincolante ed a condizione che l’inadempimento sia di rilevante entità”.

“È inammissibile – evidenzia ancora il presidente AIDC – che il cittadino sia per definizione dalla parte del torto e che i diritti e i poteri siano tutti nelle mani di organi verificatori ed accertatori. Nei Paesi in cui questo accade si addiviene innegabilmente ad una dittatura tributaria”.

 “Comprendiamo ed auspichiamo lo sforzo contro l’evasione fiscale, ma nessuna necessità di gettito può giustificare l’abbandono della civiltà giuridica - conclude AIDC - che auspica, pertanto, che nell’iter di approvazione del DL 32/2019 sia rilevata la palese incostituzionalità della norma per lesione del diritto alla difesa, nella parte della disposizione che non consente di escludere dal novero delle irregolarità tributarie e previdenziali i debiti solo potenziali, oggetto di regolare impugnazione, sino a che non sia intervenuta una sentenza definitiva che acclari la fondatezza e legittimità della pretesa. Del pari, invita a riformulare la norma, affinché sia rispettato il criterio quantitativo di significatività del debito”.

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